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Il Castello dei Principi di Biscari: tra storia e leggende

Acate è il comune siciliano più occidentale della provincia di Ragusa. Originariamente il nome era Biscari e fu cambiato in Acate nel 1938. La cittadina sorge a 199 metri s.l.m., al limite del plateau ibleo, nel punto in cui esso digrada verso il mare e si apre a una fertile vallata dove scorre il fiume Dirillo (Acate).

Secondo le fonti consultate (www.acate.it), le prime notizie certe su Biscari risalgono al 1299, in seguito a uno stanziamento sorto durante la colonizzazione greca in contrada Canale, che costituisce la zona dove sorse fino a tutto il secolo XV l'antica Biscari.

Il Castello dei Principi, che dalla sommità del colle su cui sorge la città, domina il piazzale e la valle di Acate, è il simbolo della città. Esso fu eretto alla fine del 1400 per volere del Barone Guglielmo Raimondo Castello. Questa costruzione militare (a cui si aggiunsero una serie di fortificazioni e di torrioni difensivi), oltre a proteggere il nascente feudo di Biscari, serviva anche a controllare i territori limitrofi in caso di invasioni (in particolare da parte dei saraceni). Inoltre, per tutto il 1500 svolse funzioni di vera e propria "fortezza difensiva" e comprendeva persino prigioni sotterranee.

Questa funzione venne meno nell'anno 1643, quando la famiglia Paternò-Castello “convertì” il castello in una "residenza feudale" presso l'antico centro abitato di Biscari, con la costruzione della limitrofa Chiesa di San Vincenzo. Successivamente, dopo il terremoto dell'11 Gennaio 1693, la roccaforte subì notevoli danneggiamenti che compromisero la sua stabilità.

Nel 1700, sempre sotto la famiglia nobiliare Paternò-Castello, si svolse la ricostruzione dell'edificio che divenne meno solenne grazie all’aggiunta di elementi architettonici tardo barocchi. Il castello svolse la funzione di residenza della famiglia dei principi di Biscari per tutto il 1700 e per buona parte della prima metà del 1800, fino a quando nel 1824 vennero abolite le feudalità e quindi Biscari divenne "comune indipendente".

La famiglia Paternò-Castello utilizzò comunque il castello come dimora estiva (in quanto avente la residenza a Catania, presso l'attuale Palazzo Biscari) fino alla fine dell'800, quando esso venne acquisito dal comune e divenne sede del Municipio di Biscari prima e di "Acate" poi. Negli anni, il castello ha ospitato anche la caserma dei carabinieri, prima, e l'ufficio postale della cittadina, poi. Dopo alcuni anni di abbandono a cui sono seguiti vari interventi di restauro, oggi il Castello di Biscari è visitabile e al suo interno si tengono parecchi eventi culturali acatesi.

Molte leggende e aneddoti si raccontano sul Castello di Biscari, come la storia di una donna murata viva e morta all'interno delle pareti dell'edificio e il cui fantasma pare si materializzi di notte. Si narra inoltre che alla morte del principe Biscari nel paese risuonarono le grida di dolore di quanti lo piansero. Da allora, se nel giorno in cui ricorre la sua morte viene accesa una candela, nel castello è possibile udire nuovamente quelle grida. È anche diffusa la diceria che sotto il castello sia custodito un tesoro chiamato "a truvatura". Pare si tratti di monete d'oro custodite in bauli appartenenti ad uno dei principi di Biscari, ma poi misteriosamente scomparsi. La leggenda dice anche che chi ha tentato di cercare questo tesoro non è riuscito più a trovare la via del ritorno. Infine, c’è poi la storia legata al trasporto ad Acate delle ossa di "San Vincenzo Martire" sulla devozione nei confronti del simulacro deposto nella chiesa contigua al Castello. All’arrivo del corpo del martire, che giunse da Roma via mare e approdò al porto di Scoglitti, la colonna cerimoniale con in testa il Principe accompagnò con i cavalli l'urna del martire fino a Biscari. Al culto di San Vincenzo si legò il famoso Palio, che ad Acate si celebrò dal 1722 in onore del santo fino a pochi anni fa. Il Protettore di Acate, San Vincenzo Martire, viene festeggiato ogni terza domenica dopo Pasqua.

Ignazio Cannata
Giovanni Caschetto
Leonardo Vacirca
classe IC





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