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Ricordare per non dimenticare: “Una storia in lacrime”

Giornata della memoria 2019: le "giovani" considerazioni di due alunni di IIID sulla Shoah, per non dimenticare


A ricordo di un profondo e devastante dolore come quello della “Shoah”, vorremmo esporre innanzi tutto delle riflessioni di natura storica per comprendere e far capire quello che è successo al popolo ebraico tra la fine degli anni Trenta e il 1945, ma anche per esternare le nostre “giovani“considerazioni. 
Premesso che la nostra insegnante di Storia e Geografia, la prof.ssa Maria Rosa Gugliotta, ci ha sensibilizzati sin dalla prima media a conoscere e a capire le motivazioni di quella spaventosa tragedia dell’Olocausto. E attraverso la storia-raccontata abbiamo imparato non solo a conoscere gli eventi che hanno segnato e cambiato il mondo, ma anche a valutarne l’aspetto umano. È stata di fondamentale importanza la visione di film, documentari, testimonianze e confronti perché ci hanno permesso di vedere, sentire e riflettere sulle problematiche proposte.

Come è noto, l’ideologia di Hitler si basava sulla superiorità della razza ariana e considerava inferiore quella degli ebrei, ma anche gli slavi, gli zingari e gli omosessuali…Questa forma di discriminazione e persecuzione cruenta, mirava a distruggere e ad annientare un intero popolo: gli ebrei. Cinque milioni di ebrei sono stati eliminati in nome dell’ideologia hitleriana, un numero per niente indifferente. Questo sconvolgente evento storico si è verificato nel corso della Seconda Guerra Mondiale.

L’Italia con la Legge n. 211 del 2000 ha istituito il “Giorno della memoria”, per ricordare il 27 gennaio del 1945 quando vennero aperti i cancelli del campo di sterminio nazista di Auschwitz. Questa è una data importante per non dimenticare gli orrori che sono stati commessi: “Ricordare per non dimenticare”: una storia in lacrime, ma anche per onorare e celebrare tutte quelle vittime innocenti che sono stati inutilmente sacrificati. - Qual era la loro colpa? - Di che cosa venivano accusati? Quella di essere nati, "sfortunatamente" ebrei e considerati una razza "impura” e come tali dovevano scomparire dalla faccia della terra. Un sistema pensato e attuato da una mente criminale, una persona malata. Adesso raccontiamo…

Tutto ha inizio alla vigilia della Seconda Guerra Mondiale (1939-1945), in Europa vivevano 9 milioni di Ebrei, a conclusione della guerra, cinque milioni sono stati eliminati da parte del regime nazista. Il genocidio è avvenuto in tempi e modi diversi: bambini e anziani e tutti quelli inabili a lavoro venivano condotti direttamente nelle camere a gas; altri erano costretti a lavorare, e una volta divenuti inadatti alla produzione per le terribili fatiche e privazioni subite, venivano trasferiti nei “campi della morte”. Il trasferimento avveniva in treno. La polizia pagava alle ferrovie di Stato un biglietto di solo andata e di terza classe per ciascun deportato. I treni, composti da vagoni merci sprovvisti di tutto, persino di buglioli e prese d’aria. Viaggiavano lentamente verso la destinazione della loro “morte”. La destinazione più violenta è stata quella di Auschwitz (Polonia). Qui vi trovarono la morte oltre un milione di Ebrei, molti dei quali furono usati come cavie umane in esperimenti di ogni tipo. Per una rapida eliminazione dei cadaveri nel campo vennero costruiti grandi forni crematori. Lo sterminio rimane un massacro consumato nel silenzio fino alla scoperta dei lager. A tal proposito vorremmo citare dei versi tratti dalla poesia “L’indifferenza” di Elie Wiesel, un sopravvissuto all’olocausto: ”Sono molte le atrocità nel mondo, ma il male peggiore è l’indifferenza. È contro di essa che bisogna combattere. E per farlo un’arma esiste: l’educazione. Bisogna praticarla, diffonderla, condividerla, esercitarla sempre e ovunque. Non arrendersi mai!".


Matteo Iacono (IIID)
Elena Minardi (IIID)

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