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Il Convento dei frati cappuccini di Acate

Ad Acate, presso il Largo Chambly, sorge il convento dei frati cappuccini che è, dopo il castello del Principe di Biscari, il più importante monumento di Acate.

Il convento fu costruito nel 1700 e inizialmente ospitava i monaci dell’Ordine francescano. Oltre ad essere un centro religioso, era anche un punto di riferimento per la cultura del tempo, in quanto i frati cappuccini arricchirono il convento con una biblioteca di grande valore.

Come dice G. Masaracchio nel libro Acate, antica Biscari, l’importanza del convento è da ricercare sia nella sua bellezza architettonica settecentesca sia nella testimonianza della presenza a Biscari di un clero diversificato da due ordini (i monaci e i preti), il tutto per merito dei principi di Biscari Ignazio e Vincenzo Paternò Castello, che vollero fermamente a Biscari i frati minori di San Francesco dei Padri Cappuccini.

Nel 1693 durante il principato di Don Ignazio ci fu un terremoto che distrusse gran parte della Sicilia. Il principe Ignazio Paternò Castello si impegnò a far ricostruire ciò che il terremoto aveva distrutto e presentò richiesta al vescovo di Siracusa per costruire un convento a Biscari nel 1698.

Alla sua morte gli successe il figlio Vincenzo Paternò Castello IV, principe di Biscari che detenne il feudo dal 1700 al 1749. E fu proprio lui, che era molto religioso, a dare inizio alla realizzazione del convento dei cappuccini, completato nel 1737. Il convento ospitò 12 monaci dell’ordine dei Frati Minori di San Francesco dei Padri Cappuccini, il loro mantenimento di vitto e alloggio fu a carico della comunità locale, alla quale furono imposte speciali tasse.

Il Convento fu costruito in un’area lontana dal centro abitato, dove ancora l’espansione delle case non era arrivata. Fu dotato di un terreno per il giardino e l’orto al servizio del monastero, coltivati dai 12 frati che vissero serenamente e agiatamente grazie alla generosità del principe e degli abitanti di Biscari.
Il monastero si presenta austero ma elegante allo stesso tempo. A sinistra è situata la chiesa, mentre a destra l’edificio conventuale. La chiesa di Sant’Anna è delimitata da due grossi pilastri ai suoi vertici ed è suddivisa in due ordini orizzontali di cui quello inferiore reca un portale centrale di forma rettangolare, mentre in quello superiore è posta una finestra della medesima forma (entrambi murati); a destra del frontone che corona la
facciata è situata la piccola cella campanaria. L’interno della chiesa è ad unica navata e presenta ancora gli altari laterali e l’altare maggiore, anche se le opere di arte sacra sono state ricollocate altrove.

Sotto la chiesa vi è una cripta sepolcrale. Il convento, invece, presenta nei suoi prospetti vari portoncini e finestre di forma rettangolare. All’interno, nella parte bassa, troviamo il chiostro con un pozzo al centro dell’ambiente, due accessi alle stanze del piano terra e due portici con arcate settecentesche da cui si accede alla chiesa, all’orto e alla sala mensa. Tutta la parte coperta del piano terra, escluso la chiesa e i portici, è formata da una sala
grande che era la sala mensa. Questa parte del convento oggi costituisce la biblioteca comunale di Acate.

Essa rappresenta uno dei punti di riferimento storici della cultura acatese, in quanto ospita antichi testi e documenti di alto valore storico e culturale ed è una delle più ricche del territorio. Al primo piano del convento si accede da due scale poste in parti opposte. Qui si trovano le celle per i 12 frati, un bellissimo corridoio terrazzo scoperto che unisce le due ali del convento, dove i frati passeggiavano o leggevano, una sala di medie dimensioni che doveva essere la sala lettura e sede della biblioteca del Convento, e altre due stanze.

Tutta la gente stimava i padri cappuccini apprezzandone la dedizione al popolo locale, la cultura e la costante cura del convento. Quando i frati cappuccini, a seguito della soppressione degli enti religiosi lasciarono Biscari, abbandonando il convento, lasciarono la biblioteca con tutti i loro libri. Da allora il convento divenne ricovero dei senzatetto e la chiesa venne sconsacrata. Il monastero venne restaurato nel 1996 adibendo i locali all’attuale destinazione d’uso (biblioteca e ufficio tecnico).

Cannata Ignazio
Caschetto Giovanni
Vacirca Leonardo
(IC)

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