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10 febbraio 2020: la celebrazione del Giorno del ricordo degli alunni del Volta


Le foibe: “una lunga e dolorosa storia… rimasta a lungo nel silenzio e nell’indifferenza”…


Per tanti anni gli orrori delle foibe sono stati taciuti, dimenticati, nessuno ne parlava, neanche nei testi di storia si faceva riferimento a questo massacro che si era consumato nel silenzio della disperazione. Dopo circa 40 anni, la memoria storica ha rotto il silenzio e ha dato voce all’ indifferenza. Si calcola che 20.00 mila italiani furono infoibati, anche se non sono dati certi. Si pensa che il dramma delle foibe trova origine alla fine della prima guerra mondiale (1918) quando, in seguito alla vittoria, l’Italia, assunse il controllo di tutta la zona istriana, provocando malcontento nella popolazione locale.

La prima ondata di violenza espose con il crollo del regime fascista nel 1943, i partigiani comunisti iugoslavi, per ordine del Maresciallo Tito, iniziarono a perseguitare e uccidere migliaia di italiani, perché li consideravano nemici del popolo. Il massacro è avvenuto tra il 1943 e il 1947, molti vennero imprigionarti, massacrati, fucilarti e gettati vivi nelle cavità carsiche, dell’Istria e della Dalmazia. Solo nel 2004 il Parlamento italiano ha deciso di dedicare la Giornata del Ricordo in memoria delle vittime delle foibe, nello specifico è stato scelto il 10 febbraio. Anche noi alunni delle classi 1^, 2^ e 3^ media abbiamo pensato di dedicare il nostro acerbo pensiero a tutti coloro che sono stati perseguitati, torturati, uccisi e poi infoibati. Ma una domanda ci poniamo: come si è potuto nascondere un simile misfatto per tanti anni? Come si è potuti rimare indifferenti di fronte a tanta efferata violenza?

La violenza genera altra violenza… e a nostro parere per evitare che una simile barbarie si possa ripetere, bisogna placare l’odio, la violenza, l’invidia, la cattiveria che l’uomo, purtroppo non sa controllare. La Giornata del Ricordo deve essere un’occasione per capire e riflettere sugli eventi devastanti verificatosi tra la fine della Seconda Guerra Mondiale e il primo dopoguerra. Per la Giornata del Ricordo nella nostra istituzione scolastica Istituto Comprensivo “Cap. Puglisi”, Plesso “A.Volta,” verranno visionati e commentati documentari, testimonianze di italiani scampati al massacro e film che parlano degli orrori delle foibe.
Le alunne della 3^D
Sofia Vavarella 
Alessandra Caruso

Le mie conoscenze per capire e ricordare…
La tragedia delle foibe

Tra il 1943 e il 1947 molti italiani vennero imprigionate, fucilate e buttate nelle cavità carsiche dell’Istria e della Dalmazia dai partigiani comunisti slavi. Tutto inizia con la caduta del regime fascista nel 1943, i partigiani comunisti iugoslavi, guidati dal Maresciallo Tito decisero di perseguitare gli italiani non comunisti che vivevano in Istria e in Dalmazia accusandoli di essere “nemici del popolo” e come tali dovevano essere puniti. 
Secondo alcuni storici sembra che almeno 20 mila italiani siano statati torturati, e poi gettati ancora vivi in profonde fosse, le foibe. 
Le foibe sono delle cavità profonde naturali, che si trovano nella regione del Carso, un altopiano roccioso che si estende tra il Friuli-Venezia Giulia, la Slovenia e la Croazia. Ed è proprio in questi luoghi che furono commessi numerosi massacri nei confronti di molti i italiani e non solo. 
Per conservare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, nel 2004 il Parlamento italiano ha istituito con un’apposita legge “Il Giorno del ricordo” che si celebra il 10 febbraio di ogni anno. Bisogna conoscere per capire, riflettere prima di agire! 

Federico Bernardello 
Alunno della classe I D

Le mie conoscenze per capire e ricordare...
Come si moriva nelle Foibe 

«Ossa spezzate, atroci agonie l’uomo ha superato Caino.
Come bestie torturate, legati ai polsi con vile fil di ferro, gettati ancor vivi nell’oscurità» (anonimo)

Le foibe, palcoscenico di un “orrendo spettacolo” dove i condannati prima di essere gettati venivano prima torturati, poi legati l’un con l’altro con un lungo fil di ferro stretto ai polsi e schierati sugli argini delle foibe, poi si apriva il fuoco sui primi tre, quattro prigionieri, i quali precipitando trascinavano con sé gli altri sventurati, condannandoli a sopravvivere per giorni sui fondali delle voragini, tra sofferenze inimmaginabili, sui cadaveri dei compagni. 
Migliaia furono le persone gettati all’interno di queste fosse, un numero inestimabile di innocenti morirono senza dignità. Ma come è stato possibile che una simile tragedia sia stata dimenticata per tanto tempo? Verso gli anni novanta diversi intellettuali si sono posti l’obiettivo d’indagare sull’origine di questa tragedia che si può definire un reale genocidio. e hanno sollevato il problema raccontando gli eventi, di questo drammatico periodo storico. 
Tra questi, lo scrittore, storico e giornalista Gianni Oliva, che nel suo libro: Le foibe: Le stragi negate degli italiani della Venezia Giulia, ci descrive l’orrore e il massacro nelle foibe. 

Vincenzo Longo
alunno della classe II B

Le mie conoscenze per capire e ricordare
Una storia tragica



A partire dal crollo del regime fascista nel 1943 furono compiuti massacri contro la popolazione italiana ad opera dei partigiani che sostenevano il maresciallo Tito, il quale sarebbe diventato dittatore della Jugoslavia fino al 1980. 
Secondo i partigiani slavi tutti gli italiani erano fascisti perciò tutti gli italiani non comunisti che vivevano in Istria e in Dalmazia furono trattati come “nemici del popolo”, venivano prima torturati e poi gettati nelle fosse naturali, chiamate foibe. I primi prigionieri a finire nelle foibe furono i militari carabinieri poliziotti e guardie di finanza.
Poi è toccato agli uomini politici, alle donne, bambini e persone anziane che si opponevano alla violenza dei partigiani, questi venivano massacrati e poi uccisi. Riflettendo sulla storia dell’uomo mi rendo conto che molti avevano smarrito il senso del valore umano e del rispetto reciproco, basta pensare a certi misfatti imperdonabili, dalla crudeltà di Hitler alle terribili sofferenze inflitte dal Maresciallo Tito agli italiani. Ancora oggi, purtroppo l’odio e la voglia di uccidere prevale ancora.
L’uomo a mio parere ha una mente. per riflettere, e un cuore per amare, e non può uccidere chi ha un'opinione diversa dalla sua. Ognuno deve essere accettato per la “diversità di pensiero” solo così nel mondo potrà regnare la pace.

Mattia Brafa 

alunno della II B 










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