Sarà certamente capitato a tutti di aver avuto per mano un medicinale e di notare la presenza di alcuni punti sopraelevati sulla scatola. E, sicuramente, come me, vi sarete chiesti cosa fossero…
Incuriosita, ho preso il computer, ho fatto una ricerca in rete e ho scoperto l’esistenza di un alfabeto: era l’alfabeto dei non vedenti, il Braille.
La Giornata Nazionale del Braille è una ricorrenza istituita con la legge n. 126 del 3 agosto 2007.
Da chi è stato inventato?
L’invenzione del Braille si deve a Louis Braille. Suo padre era un sellaio; all'età di tre anni si infortunò all'occhio sinistro nell'officina paterna. Perse la vista anche all'occhio destro e divenne cieco. A 10 anni vinse una borsa di studio in un Istituto per giovani ciechi, a Parigi.
Ai ragazzi della scuola veniva insegnato a leggere attraverso il tatto dei caratteri della stampa in nero, ma messi in risalto da un filo di rame posto sull'altro lato del foglio. Questo metodo però non permetteva alle persone di scrivere. Nel 1827 divenne professore presso lo stesso istituto dove era ospitato. Braille morì nel 1852 di tubercolosi.Nel 1821 venne ispirato da una visita a scuola da parte di un militare che descrisse un metodo basato su dodici punti per scrivere messaggi in rilievo. Braille inventò il metodo basato su sei punti che porta ancora il suo cognome.
Il beneficio di questo metodo era che permetteva sia di leggere sia di scrivere, anche se la scrittura richiedeva un livello di difficoltà superiore alla lettura.
Il codice Braille, infatti deve essere scritto sulla faccia opposta della pagina, invertendo non soltanto la disposizione dei caratteri ma anche la forma dei caratteri. Più tardi ideò un'estensione del metodo per la matematica e per le note musicali.